Nel 2015 in occasione di Expo il Comitato Scientifico del MedEatResearch ha presentato la Nuova Piramide Universale della Dieta Mediterranea.
Tale studio ha voluto allargare il concetto della piramide nutrizionale alle pratiche sociali che fanno parte integrante di questo modo di abitare la terra. La tradizionale piramide alimentare diventa social e si propone come uno stile di vita universale. Che fa bene agli uomini, alla società e al pianeta.
Sono sette le parole chiave alla base di questa nuova piramide: la convivialità, che da sempre è una ricetta infallibile per consolidare i legami di amicizia e fraternità tra le persone, come tra i popoli. La tradizione, che è il deposito di questo patrimonio culturale che si è stratificato nei secoli e che è un repertorio infinito di cattedrali del gusto. La stagionalità, perché consumare i prodotti stagionali significa ridurre l’inquinamento ambientale e, al tempo stesso, significa mangiare alimenti più saporiti e che hanno subìto minori trattamenti per la loro conservazione. Sport, perché la vita all’aria aperta e il movimento incidono enormemente sulla salute.
Infine, altri tre concetti semplici ma efficaci: Insieme, è un invito a cucinare insieme, donne e uomini, adulti e bambini, per almeno due ragioni. Perché è importante nutrirsi di real food, il cibo vero, e perché l’eredità millenaria della dieta mediterranea va custodita e rinnovata giorno per giorno nei gesti che ciascuno compie in cucina.
Anche per questo è fondamentale un altro concetto, quello di portare a scuola la cultura, i valori e la storia della dieta mediterranea. L’educazione alimentare, infatti, non deve essere un elenco di regole restrittive, ma una riflessione sul valore che il cibo ha avuto e avrà sempre nella storia dell’umanità. Ecco perché il concetto conclusivo è Zero sprechi, perché in un mondo dove 800 milioni di persone soffrono la fame, è un dovere morale evitare gli sprechi e impegnarsi perché il cibo arrivi anche a chi non ne ha.